Perché il Mercato Centrale di Roma è una delle poche realtà in controtendenza rispetto alla crisi del lavoro giovanile e perché è meraviglioso lavorarci dentro.

Il Mercato Centrale di Roma nasce nell’ottobre del 2016 all’interno degli spazi retrostanti la stazione Termini di Roma, in Via Giolitti 36 e si afferma da subito come una realtà differente, in un certo senso mai vista prima a Roma. Centro di aggregazione dove cultura, cibo e musica si incontrano in una straordinaria armonia.

È strutturato come un mercato alimentare di prodotti lavorati di origine prevalentemente italiana.

Artigiani del gusto e cultori del cibo mettono a disposizione il loro sapere e la loro esperienza nella realizzazione di prodotti alimentari deliziosi e a buon mercato, perfetti per tutte le tipologie di clientela, dall’impiegato in cerca di un pasto fugace, all’intenditore che ricerca qualità fino al turista bramoso di sapori tipici del Bel Paese.

La sua forza? L’essere strutturato secondo la regola delle 4 P.

Progetto. L’idea era quella di creare un luogo di aggregazione, dinamico, dove cultura musica e cibo riuscissero a convivere e crescere insieme.
Prodotto. Tutto ciò che è possibile trovare all’interno del mercato viene da materie prime di finissima qualità, agricolture biologiche, tradizione e sapere.
Punto vendita. La location del Mercato Centrale è una vera e propria perla, accogliente e giovanile, a due passi dalla stazione Termini, snodo centrale della gran parte dei turisti di passaggio nella Capitale, con un’architettura fresca, leggera e moderna.
Prezzo. Nonostante l’elevata qualità dei prodotti e la spesso elaborata lavorazione, i prezzi del mercato sono assolutamente in linea con il resto delle attività alimentari della capitale, anzi. Spesso e volentieri si riesce a mangiare tranquillamente nell’ordine dei 10/15€

Entriamo nel vivo e capiamo cosa è possibile trovare in questo paese delle meraviglie.

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Un ambiente fresco, giovane e dinamico che mette subito di buon umore. Appena entrati il profumo del Pane e dei Dolci di Gabriele Bonci conferisce all’ambiente quel senso di “casa” che mette immediatamente a proprio agio, dove il pane è visto come prodotto di un’agricoltura autentica e finalizzata alla famiglia, il pane per la famiglia è un po’ il concetto alla base dei prodotti di Bonci.

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Il mercato non è un ristorante, non è un insieme di negozi. Il mercato è un organo che vive, respira, pulsa e grida.

Al mattino, la luce che entra di traverso dai grandi finestroni in alto illumina La Caffetteria del mercato centrale, al centro della piazza, già attivo e frenetico. Gli altri banchi preparano il servizio, inizia il risveglio. Il gran via vai dei ragazzi delle varie botteghe del mercato fanno su e giù dai magazzini sotterranei per fare i carichi e gli scarichi.
Chi è stato almeno una volta in un mercato di Roma può capire quella sensazione di confusione amica, le urla conviviali da un banco all’altro, la frenesia e un po’ di pazzia vera e propria che non guasta mai!

Inizia il tour con il banco della Carne e dei Salumi di Roberto Liberat e Fauso Savigni dove troverete ad attendervi tagli di carne pregiati e gustosissimi da scegliere e cucinare espressi su una griglia alla brace, accompagnata da un bel tagliere di salumi e ancora tigelle e piadine a più non posso!

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O un bel piatto di Pasta Fresca di Egidio Michelis produttore di pasta dal 1919 in Piemonte. Pasta fresca di semola di grano duro e all’uovo. La loro grande forza è il solo impiego di materie prime italiane, senza prodotti semilavorati. Gusto sopraffino!

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A seguire, il Fritto di Martino Bellincampi dove il concetto stesso di pastellatura prende una piega del tutto nuova. Il fritto è universale, si frigge nelle alte cucine e nei focolai di strada, a est, a ovest, a nord ed a sud. Il fritto è bello perchè unisce. Croccante, leggero, saporito, il fritto di questo banco vi lascerà con un bel sorriso stampato sulla faccia, garantito!

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Quando si ha a che fare con i toscani, solitamente si ha a che fare con gente che sa il fatto suo. E anche nel caso dell’Hamburger di Chianina di Enrico Lagorio, questa premessa diventa realtà. Diversi tipi di combinazione per strutturare il panino perfetto con hamburger di chianina da allevamenti propri con bovini nutriti con foraggio biologico, sinonimo di affidabilità e qualità. Ho mangiato un cheesburger qui una volta, poi il giorno successivo, e quello dopo ancora. Non riesco più a smettere!

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In cerca di tradizioni? Fate un salto ad assaggiare la Pizza di Romualdo Pier Daniele Seu, impasto fatto a mano a lievitazione naturale, cotta a legna. Quello che ci vuole dopo una faticosa giornata di lavoro, magari con una bella birra fresca alla Birreria del mercato.

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Di rimpetto alla pizzeria, il Trapizzino di Stefano Callegari. Spendiamo due parole su questo prodotto meraviglioso. Un triangolo di pane-pizza bianco ripieno dei sapori della tradizione romana autentica, verace e per certi versi purtroppo perduta. Potete farcirlo con: pollo alla cacciatora, polpette al sugo di nonna, seppie con piselli, polipetti al sugo, misticanza (una varietà di verdura), coda alla vaccinara, trippa alla romana, coratella d’abbacchio con carciofi e molte altro. Una tappa qui è d’obbligo, ma se lo amate anche solo la metà di quanto l’ho amato io, prenderete la residenza!

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Torniamo ai sapori della bella Toscana al banco del Tartufo di Luciano Savini dove potrete gustare creme e primi piatti a base di tartufo. Nove tipi di tartufo diverse che durante l’anno vengono presentati, spiegati e degustati. Consiglio la carbonara con guanciale di Liberati, carciofi di Conti e tartufo. Da mani nei capelli!

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Proseguiamo il tour e arriviamo al banco del Pesce della Famiglia Galluzzi, dove una meravigliosa mostra di pesce fresco sarà lì ad accogliervi e a farvi venire l’acquolina in bocca. Quando il profumo del mare arriva a Roma Centro, non resta che tirare spiegare le vele, allentare la cinta e iniziare a mangiare!

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Consigliatissimo un accompagnamento con dell’ottimo bianco del banco del  Vino al bicchiere di Luca Boccoli.

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E ancora i Formaggi di Beppe Giovale dove potrete trovare sapori intensi e tante sfiziosità inaspettate. Produttori di formaggio da più di 400 anni sabranno consigliarvi l’abbinamento ideale a seconda dei vostri gusti. Imperdibili i grandi taglieri misti e i cornetti salati farciti!

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Non so, vorrei qualcosa di saporito ma di meno impegnativo. Presto fatto: assaggia un bel piatto di verdure al banco dei Carciofi e Fungi di Alessandro Conti e Gabriele la Rocca. Il primo è Il Carciofaro di Campo de’ Fiori da quattro generazioni, il secondo è il più giovane di un’antica famiglia di fungai. Il contrasto fra il fungo, prettamente notturno e il carciofo, solare e diurno quale fiore, è un po’ lo specchio tra Alessandro e Gabriele, il primo creativo e caciarone, il secondo preciso e meticoloso. Ne risulta “Carciofarium” una bottega carica di energia, profumi e sapori! Carciofi alla romana, alla giudia (doppia frittura, doppio gusto), caFonata di verdure, funghi trifolati, patate, fagiolini, puntarelle, carpaccio di carciofi e chi più ne ha più ne metta. Tutto preparato secondo l’antica tradizione romana.

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Più avanti i ragazzi del banco del Vegetariano e Vegano di Marcella Bianchi ideale per un break a metà mattina con una fresca centrifuga o una macedonia di frutta, oppure per un pasto completo con la spettacolare insalata in crosta.

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Proseguiamo con le Specialità Siciliane di Carmelo Pannocchietti, banco che mi mette sempre un po’ le lacrime agli occhi tanta la bellezza dell’esposizione. La vera forza di questa bottega è però la scelta di materie prime di primissima qualità. Pistacchio verde di Bronte, ricotta dei Monti Iblei, mandorle della Val di Noto, miele di Ape nera sicula e chi più ne ha più ne metta. Arancine e cannoli sono alla base dell’esperienza sicula e sono di un buono spietato, ma lasciatevi tentare anche da tutto il resto, non ve ne pentirete!

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Il cioccolato e i fiori di Pierangelo Fanti in tutte le forme più particolari. Gusto e profumo in un perfetto mix per spezzare la fame a metà mattina, ideali anche per un’idea regalo.

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Chiudiamo il giro con il Gelato di Luca Verralli, il fine pasto ideale. Morbido e spumoso, rinfrescante e saporito, il gelato ci sta sempre bene! Realizzato con materie prime sempre fresche secondo l’antica tradizione. Il gusto mango che fanno qui diventerà presto patrimonio dell’umanità, ne sono certo!

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Al secondo piano, la tavola, il vino e la dispensa di Oliver Glowig, un ambiente più formale, ideale per pranzi o cene di lavoro o magari una cenetta romantica.

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Il terzo piano è spazio a disposizione per chi si vuole sedere a mangiare le prelibatezze del mercato, spazio eventi, area relax.

Insomma pare proprio che il Mercato Centrale di Roma sia proprio un luogo meraviglioso e ben riuscito, ma com’è lavorarci dentro?

Sembra assurdo perché di questi tempi, con la disoccupazione giovanile ai massimi storici, la crisi del lavoro, la diffidenza e questo senso di fregatura che aleggia dietro ogni angolo, una realtà come quella che si vive al mercato risulta essere un vero e proprio Eden.

Ora magari vi aspetterete la descrizione di un posto di lavoro futuristico in cui non ci sono imprevisti o rogne da sbrogliare, dove tutto è semplice e sereno.

No, vi fermo subito. Ma vi dico che per la prima volta da molto molto tempo emerge un posto di lavoro sereno, in cui si lavora con orari umani e una paga decente, dove non c’è il commercio in nero (tutto è scontrinato e i lavoratori sono sempre messi in regola), dove si lavora tra ragazzi tra i 20 e 30 anni, sempre con il sorriso, dove tutti sono pronti a dare una mano al prossimo, un luogo in cui non c’è concorrenza ma collaborazione, dove non c’è schiavismo ma condivisione, dove anche l’ultimo arrivato può avere l’occasione di dare il proprio contributo, di mettere tutto se stesso e finalmente a fine giornata sentirsi soddisfatto e realizzato.

La bontà è elementare

Alcuni potrebbero dire che non è niente di speciale, che questa dovrebbe essere la base, concetti che dovrebbero trovarsi all’ordine del giorno in qualsiasi posto di lavoro. Be’ vi dico che vista dal lato dei ragazzi di 25/30 anni per cui il posto di lavoro fisso, la prospettiva di crescita che possa garantire un futuro degno di questo nome è sempre più lontana, il Mercato Centrale rappresenta il primo vero faro in una Roma, e per estensione, un’Italia ormai troppo buia e priva di speranza.

Il mio consiglio è dunque questo, miei amici, coetanei e colleghi. Affacciatevi al Mercato Centrale!

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